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Aprire o chiudere la finestra?

Le esigenze dei collaboratori in ufficio sono talvolta molto diverse. Per poter lavorare bene qualcuno vuole dell’aria fresca, altri preferiscono ascoltare musica – elementi che possono essere fonte di disturbo per gli altri.
Ma in definitiva, chi deve risolvere la questione?

Domanda

Il nostro team è composto da quattro persone. La mia collega ha sempre caldo e vuole tener aperta la finestra tutto il tempo. Il mio collega invece è freddoloso e soffre spesso di raffreddori. Inoltre lui ascolta musica durante il lavoro e malgrado porti le cuffiette tutti sentono la musica – cosa che disturba la mia collega. Aprire o chiudere la finestra? Lavorare con o senza musica? Ne discutiamo già da tempo e questo evoca un'ambiente teso nel nostro ufficio. Ci siamo rivolti al nostro superiore, ma lui dice che dovremmo trovare un accordo comune. Come dobbiamo valutare questa situazione dal punto di vista giuridico?

Risposta

A prima vista sembra che questo problema sia da risolvere tra colleghi e non tramite il datore di lavoro, ma non è così. Secondo il Codice delle obbligazioni, (articolo 328) il datore di lavoro è tenuto a rispettare e a tutelare la personalità del collaboratore, nonché ad avere riguardo per la salute dell’impiegato. Questo implica tra l’altro che il datore di lavoro metta a disposizione degli spazi di lavoro che non danneggino la salute e che siano abbastanza arieggiati, illuminati e riscaldati. In aggiunta l’Ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro regola, tra le altre cose, le esigenze riguardo al clima dei locali, come ad esempio la ventilazione degli spazi lavorativi.

Se la temperatura e il clima del vostro ufficio sono conformi alle esigenze legali, voi collaboratori dovreste dapprima cercare di trovare una soluzione interna al gruppo e solo in caso di necessità rivolgervi al vostro capo. Questi dovrebbe quindi definire le misure adatte per la ventilazione e per l'ascolto della musica durante le ore lavorative. Il datore di lavoro potrà anche decidere di spostare dei collaboratori in altri uffici o ricorrere ad un intermediario per ristabilire la pace nel team.

Autrice: Sabrina Gremli-Gafner, avvocato presso SIC Svizzera
Testo: rivista “Context”, SIC Svizzera.