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Iniziare in un nuovo team

Quando si comincia un nuovo lavoro, bisogna abituarsi in brevissimo tempo a novità sconosciute. Una buona preparazione facilita l’inizio.

Dopo estenuanti tentativi di candidatura, il piacere di aver trovato un nuovo posto di lavoro è enorme. Il futuro collaboratore immagina dove sarà la sua postazione di lavoro in ufficio o come trascorrerà la pausa pranzo nella nuova azienda. Un cambiamento di datore di lavoro è spesso accompagnato da una modifica di funzione e dall’assunzione di nuovi compiti. Oltre alla gioiosa attesa di cambiare posto di lavoro, il tempo che intercorre tra l’abbandono della vecchia attività e l’inizio della nuova sfida professionale è quindi spesso caratterizzato dall’incertezza: nonostante il mansionario, ogni azienda ha le sue peculiarità e le proprie leggi non scritte che i nuovi collaboratori imparano a conoscere solo gradualmente.

Raccogliere informazioni

Per evitare notti insonni prima di iniziare il nuovo lavoro, vi sono alcune cose che possono essere svolte in anticipo. “È importante, prima dell’entrata in servizio, di informarsi sul nuovo datore di lavoro attraverso differenti canali. Si possono trovare molte indicazioni su Internet, ma anche i rapporti annuali o gli articoli dei media forniscono informazioni rivelatrici”, spiega Stephan Suter, membro di comitato della Basler Gesellschaft für Personal-Management.

Il mondo virtuale fornisce sicuramente informazioni significative sui fatti concreti di un’azienda. Ma per saperne di più anche sugli altri fattori che caratterizzano un’azienda o un reparto - come ad esempio le modalità di comunicazione tra colleghi o i metodi di lavoro - i contatti personali sono lo strumento più adatto. Idealmente, questi esistono già. Secondo Suter, vale in ogni caso la pena di valutare se cercare attivamente il contatto con i futuri colleghi e superiori prima di assumere la nuova posizione. “Per esempio, informandosi in anticipo su corsi di formazione o workshop a cui si potrebbe partecipare in qualità di ospiti. Oppure verificare se sia possibile unirsi al nuovo team in qualità di visitatori durante una pausa caffè o un pranzo comune.

Identificare le esigenze di apprendimento

Preparati in questo modo, l’inizio al nuovo posto di lavoro risulta più facile e ci si può concentrare meglio sui nuovi compiti. Tuttavia, non esiste il collaboratore perfetto che soddisfi pienamente tutti i requisiti fin dal primo giorno. Anche il bando di concorso e il profilo professionale, che viene discusso durante il colloquio di presentazione, danno al candidato un’indicazione di quali capacità corrispondono alla descrizione della funzione e dove vi sono delle lacune. “Per questo motivo i collaboratori dovrebbero considerare il processo di candidatura come parte dell’inserimento lavorativo ed essere già in questa fase consapevoli delle potenziali esigenze di apprendimento”, sottolinea Suter, che ricopre la posizione di sostituto del responsabile Risorse Umane presso Bell Food Group, un’azienda che conta 12’000 collaboratori in tutta Europa.

Periodo introduttivo mirato

La durata del periodo d’introduzione dipende dai requisiti della nuova posizione e dalle competenze del nuovo collaboratore. “Bisognerebbe stabilire un programma chiaro per il periodo introduttivo, con obiettivi di apprendimento, misure e corsi di formazione”, raccomanda Suter. L’accuratezza con cui avviene l’introduzione di nuovi collaboratori varia ovviamente da azienda a azienda.

“Da un punto di vista legale, non si possono avanzare pretese particolari per quanto riguarda il periodo introduttivo”, afferma Annalisa Job, director communication  presso Il Gruppo Adecco Svizzera. “Tuttavia, si applicano i diritti e gli obblighi generali tra datore di lavoro e lavoratore”. In particolare, il datore di lavoro ha un dovere di assistenza nei confronti dei propri collaboratori. Questi, a loro volta, hanno un dovere di diligenza e lealtà. Per il professionista in materia di risorse umane Stephan Suter ciò significa che un nuovo collaboratore utilizza attivamente il periodo introduttivo per acquisire le conoscenze necessarie. “Se nessuno è disponibile per rispondere direttamente alle domande, si possono prendere appunti e discuterne con una persona idonea”. Potrebbe trattarsi di un superiore, ma anche di un collaboratore in una posizione simile. “Per disporre di persone di contatto, una rapida integrazione con i nuovi colleghi è quindi di grande importanza”, sottolinea Suter.

Essere se stessi

Per alcune persone, integrarsi in un nuovo team è una sfida altrettanto grande quanto apprendere le nuove mansioni. Il fornitore di servizi per il personale Adecco ha quindi elencato sul suo sito web alcuni suggerimenti su come facilitare il contatto interpersonale. Per esempio, si dovrebbe approfittare delle opportunità di conoscere i propri colleghi al di fuori del lavoro, per esempio davanti a una birra dopo il lavoro. Tuttavia, secondo Annalisa Job, inizialmente vanno evitate troppe confidenze: “Il tono informale non deve dare adito a commenti poco professionali”.

Il responsabile del personale Stephan Suter segue una semplice regola: “È meglio essere sé stessi e comportarsi come si farebbe ancora tra cinque anni. Bisogna essere coerenti tra ciò che si dice e ciò che si fa. Qualsiasi discrepanza in questo senso non passa inosservata nell’ambiente di lavoro e potrebbe causare problemi”. Secondo Suter, la disponibilità, l’apertura ai cambiamenti e la volontà di affrontare le questioni in anticipo sono qualità che promuovono un buon clima interpersonale sul posto di lavoro.

Affrontare i problemi in anticipo

Cosa fare se durante il periodo di prova, nonostante la migliore preparazione e gli sforzi, dovessero sorgere delle difficoltà? In tale contesto sia Annalisa Job che Stephan Suter sottolineano l’aspetto temporale. “Le situazioni difficili devono essere affrontate il più presto possibile”, consiglia Suter. Ma secondo Suter, dare un nome al problema non è sufficiente. “Per una soluzione costruttiva è necessario che il collaboratore stesso prenda l’iniziativa e, se possibile, formuli delle proposte su come migliorare la situazione”.

Se non si riesce a trovare una soluzione soddisfacente, la disdetta durante il periodo di prova offre la possibilità legale di lasciare l’impiego rapidamente – per legge, il periodo di preavviso in questa fase è di soli sette giorni. “Questa è l’ultima opzione da scegliere in una situazione difficile. Perché ciò potrebbe ripetersi nuovamente con un altro datore di lavoro”, sostiene Suter. Per un responsabile del personale è irritante ricevere una disdetta durante il periodo di prova senza che i problemi siano stati affrontati possibilmente a più riprese.

Suter consiglia quindi di essere aperti e raccomanda di cercare prima il dialogo. Perché, a differenza di quanto possano pensare i collaboratori in situazioni difficili, un datore di lavoro ha un grande interesse a mantenere i propri dipendenti e a sostenerli nella loro integrazione. “Grazie alla discussione aperta e reciproca sulle difficoltà riscontrate, alla ricerca congiunta di soluzioni e alla disponibilità ad accettare degli adeguamenti, spesso si possono trovare soluzioni che, per fortuna, rendono superflua una disdetta prematura.

Autrice: Julia Konstantinidis, giornalista freelance e autrice di "Context" di SIC Svizzera.