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Il libero scambio di merci, capitali, servizi e la libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’UE sono elementi imprescindibili per l’economia nazionale. La Società degli impiegati del commercio sostiene l’approccio bilaterale e l’accordo quadro negoziato con l’UE, che costituisce un’opportunità per la Svizzera, offre chiari vantaggi sul piano economico e ulteriori garanzie in termini di protezione salariale.

Breve presentazione dell’accordo quadro con l’UE

Con la sempre più diffusa digitalizzazione e il mutare delle condizioni quadro geopolitiche, i rapporti economici tra la Svizzera e l’UE sono soggetti a continue evoluzioni, che devono essere monitorate costantemente e, se necessario, gestite mediante aggiornamenti, come in un sistema operativo. L’accordo quadro istituzionale con l’UE mira pertanto a disciplinare il recepimento dinamico del diritto e le modalità di composizione delle controversie o, in altre parole, a definire se e come la Svizzera adotterà in futuro nuovi legge UE e soprattutto chi deciderà in caso di disaccordo tra le due parti circa il recepimento di nuove leggi o l’interpretazione di accordi esistenti.

L’accordo quadro riunisce sotto un medesimo tetto istituzionale cinque accordi di accesso al mercato degli accordi bilaterali I (libera circolazione delle persone, agricoltura, trasporti terrestri e aerei e ostacoli tecnici al commercio) e si applicherebbe anche a tutti i futuri accordi di accesso al mercato, come ad esempio l’energia elettrica.

Oltre ai compromessi negoziati, l’UE ha accordato numerose concessioni (eccezioni nell’ambito dei trasporti terrestri, delle assicurazioni sociali e dei distaccati) che rispondono alle esigenze specifiche della Svizzera: la nazione elvetica ora parteciperebbe dall’inizio alle decisioni circa le nuove leggi, alla cui definizione potrebbe contribuire attivamente. Avrebbe maggiore voce in capitolo, pur mantenendo sempre l’opzione di non recepire le nuove leggi e di poter accettare eventuali sanzioni commisurate. In considerazione del mandato negoziale restrittivo della delegazione svizzera, anche l’offerta dell’UE circa le misure di accompagnamento risultano accettabili.

«La collaborazione internazionale comporta sempre una certa limitazione della sovranità nazionale. Ci vincoliamo a norme comuni e al loro rispetto per raggiungere qualcosa insieme: più benessere, più sicurezza, più collaborazione.»
Stefanie Walter, professoressa di relazioni internazionali ed economia politica presso l’Università di Zurigo
  1. L’accordo quadro concordato con l’UE costituisce un’opportunità per la Svizzera e deve essere sottoscritto. In nessun modo un accordo di libero commercio o un’unione doganale possono sostituirsi al principio di base del mercato interno.

    La Società degli impiegati del commercio esorta il Consiglio federale a proseguire la procedura di sottoscrizione includendo tutti gli attori politici e chiarire eventuali questioni aperte con l’UE, affinché l’elettorato svizzero possa decidere tempestivamente sull’accordo quadro senza che l’approccio bilaterale debba affrontare ulteriori ostacoli o subire sanzioni.

  2. La Società degli impiegati del commercio si è più volte espressa circa l’accordo quadro dall’inizio del 2019. Ma dalla pubblicazione degli esiti delle trattative solo una minoranza tra gli attori politici sostiene senza riserve l’accordo quadro istituzionale. In particolare i sindacati vedono nell’attuale compromesso un attacco al sistema della protezione salariale e richiedono l’esclusione delle misure di accompagnamento dall’accordo.

    Per quanto riguarda l’attuale accordo, si tratta in ultima analisi di soppesare i vantaggi di un accesso integrale al mercato interno dell’UE (vantaggio in termini di cooperazione) e gli svantaggi che potrebbero derivare dalle normative istituzionali concordate e dal recepimento dinamico del diritto nei cinque accordi di accesso al mercato (libera circolazione delle persone, agricoltura, trasporti terrestri e aerei e ostacoli tecnici al commercio). Per la Società degli impiegati del commercio i vantaggi offerti dal mercato unico e la certezza del diritto garantita dall’accordo quadro prevalgono nettamente.

    • Dopo cinque anni di intense trattative, all’inizio del 2018 è stata redatta una bozza di accordo quadro istituzionale con l’UE.
    • All’inizio del 2019, su richiesta del Consiglio federale, il testo dell’accordo è stato inviato a consultazione interna al fine di raccogliere il punto di vista di tutti gli attori politico-economici coinvolti, tra cui partiti politici, sindacati e associazioni economiche. La maggior parte dei partiti e delle associazioni ha richiesto precisazioni da parte dell’UE circa i punti più controversi.
    • A giugno 2019 il Consiglio federale ha pubblicato la propria posizione rispetto agli esiti delle consultazioni, in cui specifica che la Svizzera in linea di principio necessita e auspica un trattato. Senza mettere in discussione il valore dell’attuale bozza di accordo, ha lasciato intendere che alla Svizzera occorre più tempo per ottenere delle precisazioni, ad esempio in merito alle misure di protezione salariale e ai rispettivi meccanismi di controllo, sulla direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE e sui regolamenti relativi agli aiuti di Stato.
    • L’UE considera concluse le trattative sull’accordo quadro.

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Alleanza per la politica dei dipendenti

L’accordo quadro con l’UE è un argomento della piattaforma.

La piattaforma rappresenta, nei confronti degli attori politici e del pubblico, gli interessi politici comuni di Impiegati Svizzera, della Società degli impiegati del commercio, dell’Associazione svizzera dei quadri (ASQ), della Società zurighese per la gestione del personale (ZGP), della Vendita Svizzera, dell'Associazione dei quadri del trasporti pubblici e della veb.ch, l’Associazione dei contabili-controller diplomati federali ACF. Insieme, queste associazioni rappresentano gli interessi di oltre 88’000 membri circa questioni di politica in ambito formativo, economico e d’impiego, con l’obiettivo di accentrare gli interessi politici generali e agevolare l’adozione di soluzioni orientate al consenso e flessibili al compromesso.

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