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Come essere produttivi in home office

Chi lavora da casa deve tener ben presente alcuni aspetti, tra cui coordinamento, gestione dello stress e disciplina.

L’home office è da sempre un tema molto dibattuto. C’è chi lo sostiene apertamente, vedendo in questa forma di lavoro la chiave per ottenere una maggiore produttività, più motivazione e una giusta conciliabilità tra le varie dimensioni della vita. Ma c’è anche chi lo demonizza. Può portare a stress, isolamento e all’esclusione dagli scambi informali in ufficio. Di recente il Tages-Anzeiger ha pubblicato un articolo che critica fortemente il lavoro da casa.

È sbagliato, tuttavia, contrapporre l’home office al lavoro in ufficio, poiché entrambe queste modalità hanno dei pro e dei contro. In ogni caso l’home office (nella giusta misura) rispecchia le tendenze del mondo lavorativo 4.0: lavoro mobile, flessibilità e agilità. Per un home office di successo è fondamentale rispettare alcune regole, che abbiamo riassunto di seguito.

  • Datore di lavoro

    L’home office funziona soltanto se il datore di lavoro è d’accordo con questa modalità. Sono necessari accordi chiari. Quali funzioni possono essere gestite con l’home office? Quando l’home office è opportuno o possibile? Come si garantisce la comunicazione nel team? L’home office di un collaboratore comporta un impegno aggiuntivo per colleghe e colleghi? Se sì: come viene compensato? Come si garantisce la sicurezza dei dati sensibili? E infine: i collaboratori che lavorano da casa operano con i propri apparecchi o è il datore di lavoro a metterli a disposizione? L’home office va discusso nel team.

  • Volontarietà

    Lavorare da casa non è per tutti. Alcuni apprezzano il fatto di poter lavorare uno o più giorni nella propria abitazione, poiché si concentrano meglio su incarichi impegnativi (questo uno degli argomenti più comuni) e apprezzano il cambiamento: fare meno il pendolare, lavorare in un posto diverso, dar vita a nuovi rituali. Altre persone, tuttavia, non riescono a combinare nulla da casa e preferiscono una netta separazione tra lavoro e tempo libero. Una volta usciti dall’ufficio, non vogliono più sentir parlare di lavoro. In tempi in cui i confini fra la vita professionale e quella privata si fanno sempre più labili, bisogna rispettare l’opinione di queste persone.

  • Solitudine

    Gli scettici ritengono che questa modalità lavorativa porti alla solitudine. Vi è poco scambio informale, nessuna pausa caffè con i colleghi, nessuna conversazione casuale che possa essere fonte d’ispirazione. L’uomo è un animale sociale e necessita di confronto. Un giornalista ha scritto: «Non posso lavorare dove abito. Devo uscire di casa. L’ufficio per me è come stare attorno a un falò: ci si incontra, non si è soli, si lavora, si parla, si curano i rituali».

  • Disciplina

    A chi lavora da casa non deve mancare la disciplina. In ufficio è più semplice, ci sono meno distrazioni. A casa si può fare la lavatrice, sistemare piccole cose, telefonare o leggere il giornale, finendo per iniziare a lavorare non prima delle dieci. Concludendo poco, si crea insoddisfazione. Se si lavora da casa, è indispensabile rispettare orari specifici. Prima è meglio dedicarsi ad attività che richiedono un’elevata concentrazione e diverse ore di lavoro: niente e-mail, non si naviga sul web, non si telefona. Tutto il resto si evade in un secondo momento. Questo perché all’inizio di una sequenza lavorativa si è più concentrati, mentre con il tempo l’attenzione viene meno.

  • Frequenza

    Nell’home office si lavora concentrati perché non si è esposti ai rumori dei grandi ambienti e non si viene continuamente interrotti dai colleghi. Con il tempo, tuttavia, la produttività può diminuire, perché mancano due cose: gli incontri e il confronto (si veda il paragrafo sulla solitudine). Una soluzione perfetta vedrebbe quindi una combinazione di lavoro in ufficio e home office: uno o due giorni di home office sarebbero l’ideale. Se sono in ufficio, prevale l’aspetto del confronto, a casa la concentrazione. Naturalmente, l’efficacia del lavoro da casa dipende molto dagli incarichi: alcuni lavori si svolgono meglio in ufficio, altri in tranquillità, tra le mura di casa.

  • Flessibilità

    Due tendenze che si stanno facendo strada nel mondo del lavoro sono la flessibilità e l’agilità. Lavorare in modo flessibile significa lavorare a prescindere da orari o luoghi specifici: in giro, dal cliente, in uno spazio di co-working o, appunto, da casa. Bisogna reagire velocemente alle esigenze dei team e dei clienti, e ciò può mettere sotto forte pressione. È importante, quindi, auto-imporsi dei limiti. Il lavoro flessibile può essere davvero motivante se si è perlopiù autonomi a livello di tempo, ovvero se il proprio lavoro non è determinato da altri.

  • Orari di riposo

    Chi lavora da casa rischia di stressarsi di più. Può capitare di voler portare a termine un lavoro e di continuare fino alla tarda serata o nel fine settimana. Nel lungo termine, la salute ne risente. Le ore di riposo e le altre attività, il tanto discusso equilibrio vita-lavoro, sono importanti. Di nuovo, la parola chiave è disciplina. Anche se lavorare a lungo fa sentire bene, bisogna lasciare spazio ad altro. Corpo e psiche ringrazieranno.

  • Infrastruttura

    Chi lavora da casa deve disporre di un’infrastruttura adeguata. Oltre agli strumenti come computer e stampante, si deve poter usufruire di adisporre di una stanza in cui lavorare in tranquillità senza essere disturbati. Infine bisogna anche organizzarsi per la gestione dei figli. Conciliare vita privata e professionale non significa dedicarsi al lavoro e contemporaneamente dover badare ai bambini.

Intervista: Rolf Murbach, redattore di “Context”, rivista edita da SIC Svizzera.